|
![]() |
|
- O cara moglie - Ivan Della Mea_1966
O cara moglie, stasera ti prego, dì a mio figlio che vada a dormire perché le cose che io ho da dire non sono cose che deve sentir. Proprio stamane là sul lavoro, con il sorriso del caposezione, mi è arrivata la liquidazione, m'han licenziato senza pietà. E la ragione è perché ho scioperato per la difesa dei nostri diritti, per la difesa del mio sindacato, del mio lavoro, della libertà. Quando la lotta è di tutti per tutti il tuo padrone, vedrai, cederà, se invece, vince è perché i crumiri gli dan la forza che lui non ha. |
Questo si è visto davanti ai cancelli, noi si chiamava i compagni alla lotta. Ecco: il padrone fa un cenno, una mossa, e un dopo l'altro cominciano a entrar. O cara moglie, dovevi vederli venir avanti curvati e piegati, e noi gridare: crumiri, venduti, e loro dritti senza piegar. |
Quei poveretti facevano pena, ma dietro loro, là sul portone, rideva allegro il porco padrone, l'ho maledetto senza pietà. O cara moglie, prima ho sbagliato, dì a mio figlio che venga a sentire, chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà, chè ha da capire che cosa vuol dire lottare per la libertà. |
|
|